L’Area Marina Protetta di Capo Caccia e Isola Piana

La Flora e la Fauna dell'Area Marina Protetta

Gli oltre duemila e cinquecento ettari tra mare, falesie rocciose e coste basse e sabbiose che costituiscono l’Area Marina Protetta Capo Caccia – Isola Piana racchiudono un vero e proprio scrigno di biodiversità, per l’elevato numero di habitat e specie di elevato interesse conservazionistico che vi si trovano. Per questo quest’area è stata dichiarata anche ASPIM “Aree Specialmente Protette d’Importanza Mediterranea”. 

La penisola di Capo Caccia, simbolo e fulcro dell’Area marina protetta, rappresenta un laboratorio di fenomeni carsici: grotte emerse come quella di Nettuno e sommerse come quella di Nereo costituiscono un “unicum” nel bacino del Mediterraneo. Tra le grotte più significative anche quella sommersa dei Cervi, nel promontorio di Punta Giglio, nota per un giacimento del cervo fossile Megacerhus cazioti.

Le Grotte

Le scogliere dell’Area Marina Protetta sono caratterizzate, in gran parte, da rocce originarie del periodo Cretaceo. Questi enormi massicci calcarei che precipitano nel mare con imponenti pareti ospitano numerose grotte sommerse. 

Tra le grotte più famose vi è la grotta di Nettuno, raggiungibile sia da terra, grazie a 648 gradini della Escala del Cabiròl, sia dal mare, per mezzo di servizi navetta attivi dal porto cittadino. L’interno, visitabile per circa 500 metri, ospita un lago con acque cristalline ed enormi formazioni stalattitiche.

Molto nota anche la Grotta di Nereo, ritenuta la grotta sommersa tra le più spettacolari del Mediterraneo: in immersione si entra generalmente da un ingresso a 35 metri di profondità e si esce da diverse apertura collocate tra i 15 e 10 metri metri dopo un percorso tra gallerie e camere che si susseguono per uno sviluppo complessivo di circa 500 metri.

La Convenzione di Rio nell’Area Marina Protetta

La Direzione per la protezione della natura e del mare del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare è impegnata nell’attuazione della Convenzione sulla diversità biologica firmata a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992, successivamente ratificata dall’Italia con legge 14 febbraio 1994, n. 124. L’articolo 8 della Convenzione di Rio de Janeiro sottolinea l’importanza di promuove la protezione degli ecosistemi, degli habitat naturali e del mantenimento delle popolazioni vitali di specie negli ambienti naturali, mentre l’articolo 13 richiama alla necessità di promuovere e incoraggiare la percezione di quanto siano importanti la conservazione della diversità biologica e le misure necessarie a tal fine mediante divulgazione.

In merito a queste attività l’Area Marina Protetta Capo Caccia-Isola Piana ha ricevuto un finanziamento che è stato impiegato per la promozione della biodiversità dell’area marina attraverso la raccolta e produzione di materiale video-fotografico e la sua pubblicazione sul sito e sui canali social.